MSR – Museo della Scienza di Roma

Concorso internazionale per il nuovo Museo della Scienza di Roma

Il Museo della Scienza come ente di diffusione del pensiero scientifico nella città è stato concepito come “Parco Scientifico”, composto da spazi al chiuso e con una valenza urbana. E’ un parco legato sia al tema museale scientifico sia al tessuto della città, un luogo dove coesistono spazi verdi a disposizione della collettività e spazi di aggregazione, luoghi di approfondimento e per godere del tempo libero.

L’idea progettuale nasce dall’incontro di considerazioni sui grandi temi della scienza contemporanea con altre di natura urbana e architettonica. La proposta progettuale intende portare avanti un’architettura rappresentativa di tali considerazioni ed in particolare esplora il tema dell’”Etica nella Scienza”. Per generazioni si è studiato il funzionamento della Natura attraverso gli occhi della Scienza, attraverso il metodo logico e matematico. Con il progresso si è arrivati a manipolare la stessa Natura per mezzo della Scienza. Ciò è stato possibile grazie soprattutto all’uso dei calcolatori. Oggi lo strumento principale per lo sviluppo del pensiero scientifico è la programmazione, il Coding, cioè la traduzione di ordini umani in codici binari. Il codice del computer è entrato a far parte delle nostre vite quotidiane; si prevede che in futuro la gran parte dei lavori e delle professioni intellettuali riguarderà questa innovazione. E’ fondamentale trasmettere alle nuove generazioni questo approccio che sta riconfigurando la Scienza e la sta trasformando nella “Re-programming-Science”, la Scienza della riprogrammazione della Natura. Sebbene presto saremo in grado di spingere l’evoluzione umana verso confini impensabili, pensiamo che l’Etica abbia una valenza su tali questioni. Abbiamo quindi voluto porre l’attenzione sull’ “evoluzione etica della Scienza” oltre che sulla sua storia passata e recente. Il progetto propone il Museo come luogo di divulgazione accessibile, capace di promuovere l’interesse generale e portare a riflessioni profonde, dove il dibattito sia stimolato. Il primo tema esplicitato con l’impianto architettonico è il ruolo trainante della Scienza per un progresso sostenibile che vede la Natura al centro di ogni studio. Al centro del lotto è stato pensato un grande parco urbano circolare, “un cuore verde” collegato alla città, attorno al quale si sviluppa il museo, sempre rivolto verso di esso, a simboleggiare la centralità della Natura.

Il secondo tema è l’importanza del linguaggio scientifico odierno, non più quello dell’analisi e della misurazione dei fenomeni fisici, ma quello della programmazione, delle applicazioni in codice binario dei computer. Il codice binario diviene un motivo che scolpisce la facciata principale come fosse una scheda elettronica delle prime generazionidi computer, articolandola in una sequenza di “0” e di “1” che compongono parole e ordini per il calcolatore.

La dimensione dell’intervento prefigura un impatto rilevante sul quartiere Flaminio. L’opportunità di aggiungere un altro importante tassello al sistema culturale in questo quartiere di Roma è, al tempo stesso, ciò che consente la rigenerazione del tessuto. La proposta prevede la demolizione completa dei fatiscenti fabbricati esistenti, il cui irrilevante valore storico-artistico, e le insufficienti caratteristiche tecnologiche, non ne giustificano il mantenimento in termini tecnico-economici. E’ stata però mantenuta la compattezza del lotto, secondo un orientamento assiale Nord/Sud ed Est/Ovest che corrisponde alla Via Flaminia e alla Via Guido Reni, ricostituendo il tessuto regolare del quartiere.

Una piastra aggettante si solleva da terra per consentire alla città di permeare il museo, con i suoi spazi aperti e verdi, al piano terreno. Il viale pedonale su Via Guido Reni continua verso l’interno dell’edificio e si conclude nel “cuore verde”, con una forma che intende accogliere e proteggere. Dalla Via Guido Reni si percepisce quindi un edificio iconico, che nonostante la sua dimensione appare aperto ai visitatori. I diversi limiti di altezza e l’emergenza del Maxxi plasmano la forma dell’edificio, i cui vertici si alzano o abbassano a seconda dei vincoli urbanistici dimensionali dati.

Sul vertice prospiciente il Maxxi, dove gli assi pedonali progettati si incontrano, il volume del museo delle Scienze si solleva e si flette, per dialogare con esso.

Le facciate materiche e intarsiate hanno aperture trasparenti che forniscono scorci verso la Basilica di Santa Croce, verso il Maxxi e verso l’asse visuale che continua fino al Ponte della Musica. L’alternanza di masse piene e di vuoti finestrati replica le architetture tipiche dei palazzi romani, del chiaroscuro e del contrasto che trova nel genius loci il motivo funzionale di soluzione architettonica ottimale per il contesto climatico locale. Il piano terreno, al contrario, è pensato per essere permeabile ai fruitori. Qui si è preferita la trasparenza massima delle facciate, arretrate rispetto al filo superiore per essere schermate dall’irraggiamento solare in regime estivo. Il vetro trasparente consente la costante comunicazione tra spazi interni ed esterni.

Nella logica di concepire il Museo della Scienza come un polo in rete che sia in grado di valorizzare il patrimonio museologico scientifico di tutta la città si è realizzato un disegno con piani il più possibile liberi per poter ospitare le collezioni più disparate. La distribuzione circolare, insieme a una sovrapposizione di più piani indipendenti tra loro, consente l’allestimento contemporaneo di diverse esposizioni ed eventi. Gli spazi più pubblici, come il ristorante, il bookshop, la biblioteca e l’auditorium, sono posti al piano terra per favorire l’aggregazione e il rapporto diretto con la città: l’atrio diviene un agorà. L’ampia galleria circolare attraversa il complesso e cinge il Parco delle Scienze realizzato nella corte interna, conduce a tutti gli spazi del plesso ed è immaginata come una galleria espositiva essa stessa. Gli spazi espositivi sono disposti al piano superiore e al mezzanino senza un percorso di visita obbligato, ma organizzati in modo fluido e flessibile intorno alla corte. Una galleria espositiva posta sul fronte principale costituisce un filtro tra l’interno delle sale espositive e la città, costeggiando gli spazi principali e culminando in due belvedere vetrati da cui si ristabilisce il rapporto con il quartiere. La terrazza panoramica è caratterizzata da un percorso circolare che si affaccia sul parco urbano. L’impianto di tutti gli spazi aperti è pensato per accogliere esposizioni e grandi eventi, polverizzando il confine tra interno ed esterno e ribadendo, ancora una volta, lo stretto legame tra Scienza e Natura.


Luogo / Roma

Anno / 2023

Committente / Comune di Roma


Incarico / Concorso di Progettazione

Team di Progetto


Progettisti / OBICUA srl stp; Arch. Luigi Filetici


crediti foto / @OBICUA