Headquarter Telecom Italia

La fitta rete delle comunicazioni si fa architettura per un progetto ad alto livello di riconoscibilità e sostenibilità.

Il progetto per il nuovo quartier generale di Telecom all’Eur va subito inquadrato in una cornice sociale indefinita, fatta di attese, critiche, ripudi ma anche speranze.
L’Eur divenuto ormai un distretto storicizzato e tutelato come un “unicum” urbano monumentale e irripetibile, necessita di un approccio progettuale basato sulla salvaguardia e sulla valorizzazione.

Il progetto mira ad un’integrazione culturale con l’Eur, si ispira alla monumentalità urbana che si coglie in tutto il contesto e aspira ad essere un’architettura caratterizzata da spirito locale e concezione regionale, come vuole la migliore tradizione bioclimatica italiana. L’obiettivo è quello di realizzare un manufatto che si collochi nella geografia specifica e risponda alle circostanze climatiche innanzitutto con il “genio del luogo”, proiettandosi però nel futuro con spirito di rigenerazione, recupero e modernizzazione all’altezza della filosofia dell’azienda Telecom Italia.

Il progetto, finalista al concorso, da voce alla missione della compagnia, attraverso la funzionalità e il simbolismo architettonico.
La proposta progettuale completa l’idea progettuale dell’Arch. Ligini per generare un’unica grande composizione monumentale; prevede il ripristino e l’accentuazione del podio di travertino originario su cui si erigono “le torri leggere”.

Gli edifici bassi, massivi, in pietra, con forti accenti chairoscurali, dialogano con l’intorno, con le serie di porticati a triple altezze degli edifici istituzionali, mentre le torri si posizionano come prismi trasparenti, evanescenti, si ricollegano al contemporaneo e aspirano a plasmare lo “skyline” della città dalla “porta sud”.

Le facciate e il paesaggio sono trattati come elementi singoli separati, ma uniti da una fitta trama di connessioni lineari che vogliono rappresentare la comunicazione, l’interscambio rapido, la velocità di diffusione.
Lo stesso tema della “rete” assume valore tecnologico rendendo l’edificio “bioclimatico”; come nella suggestiva tecnica del “chiaroscuro” nel disegno artistico l’intreccio delle linee in trame sempre più fitte crea ombreggiature dove batte maggiormente il sole e viceversa, lascia passare la luce dove necessario diradandosi.

I prismi vetrati delle torri sono stati quindi “ombreggiati” con schermature che variano a seconda dell’esposizione e su ogni facciata in senso verticale, studiate utilizzando analisi per il calcolo dell’irraggiamento solare annuale sulle superfici e tenendo conto delle ombre portate di un edificio sull’altro.

La strategia di base è di abbattere il fabbisogno di energia per la climatizzazione estiva, maggiormente critica.
Inoltre l’inserimento di un pergolato lungo le direttrici di più ampio flusso con louvers schermanti e vegetazione rampicante ha permesso l’abbattimento dell’isola di calore generata dalla costruzione e di mitigare il microclima esterno.

Negli edifici bassi è stata attuata una strategia differente. Sono state ampliate le masse murarie di inerzia delle facciate e arretrate le parti trasparenti in vetro per portarle in ombra. L’aggiunta di “lightshelves” in vetro per captare la componente luminosa e rifletterla all’interno garantisce la diffusione della luce a sud; i frangisole verticali mobili sulle facciate est e ovest contrastano il sole basso nelle prime ore della giornata e nel tardo pomeriggio.


Luogo / Roma

Anno / 2015

Committente / Alfiere s.p.a. - Telecom s.p.a.


Incarico / Concorso di progettazione su inviti - progetto finalista

Area / 15.500 mq

Superficie lorda utile / 60.000 mq

Team di Progetto


Progettisti / OBICUA s.r.l. s.t.p.

Impianti / Artelia Group – Intertecno s.p.a

Strutture / Studio Speri s.r.l.